Firenze – Toscana

Museo Novecento, Piazza Santa Maria Novella

Il Museo Novecento a Firenze sorge nell’edificio delle antiche scuole leopoldine in Piazza Santa Maria Novella. Qui si raccolgono gli uomini e le donne che aderiscono allo sciopero indetto clandestinamente nelle fabbriche italiane all’inizio di marzo 1944 e in cui gli Alleati assistono alla prima ribellione al nazifascismo in Europa. Dopo i violenti arresti, spesso avvenuti anche di notte, la mattina dell’8 marzo, nella piazza adiacente l’edificio, si raccolgono numerose persone alla ricerca di notizie dei propri familiari. Nel pomeriggio la gente trattenuta è portata in camion alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, viene rinchiusa in carri bestiame sigillati ed “avviata verso la Germania”. Il trasporto che parte l’8 marzo 1944 da Firenze e arriva l’11 marzo a Mauthausen nell’Austria annessa al Reich Germanico, contiene oltre 330 uomini rastrellati in Toscana in seguito allo sciopero. Poche decine i sopravvissuti. Oggi questo luogo è dedicato all’arte del XX secolo e qui nel ricordo di Maris abbiamo evocato il suo impegno per il Memorial in onore degli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti, rimpatriato in Italia nel 2016 da Auschwitz e collocato a Firenze nel maggio 2019. In quell’opera si rispecchia lo sforzo per costruire la memoria della deportazione come espressione alta e importante della cultura italiana.

La cerimonia del 5 maggio 2021 si è realizzata grazie alla collaborazione di

Interventi di apertura Luca Puri- Museo Novecento, Alessio Ducci – Aned Firenze, Luca Milani – Presidente del Consiglio Comunale di Firenze, Matteo Mazzoni – Direttore Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea di Firenze

Gianfranco Maris: scritti e discorsi contro l’oblio

L’immaginazione dei luoghi: costruire la memoria della deportazione in Italia

Nel testo letto le citazioni di Gianfranco Maris sono tratte da una sua lettera a Primo Levi, da Oltre Mauthausen. Sulle strade della giustizia. La globalizzazione dei diritti (Mimesis – Fondazione Memoria della Deportazione, Milano 2021) e dalla brochure Mai più realizzata da Lica Steiner (Aned, 1980) per l’inaugurazione del Memorial in onore degli italiani caduti nei campi di sterminio di Auschwitz. Voce di Renata Palminiello.

Nella foto Lidia Beccaria Rolfi, per gentile concessione della famiglia alla mostra Inscritto nel blu del cielo a cura di Isrec Bergamo, 2012.

Le parole di Liana Millu

Da Liana Millu, Il fumo di Birkenau. Voce di Renata Palminiello.

Liana Millu (1914-2005) partecipa alla Resistenza a Genova, militando nella formazione Otto, ed è arrestata nel marzo 1944 a Venezia dove era in missione: si dichiara “ebrea” e viene internata a Fossoli e quindi deportata a Birkenau. Il fumo di Birkenau è una delle prime testimonianze che escono nel nostro paese. Il testo attende ancora di essere riconosciuto tra i classici della letteratura italiana del Novecento.

 L. Millu, Il fumo di Birkenau (1947), Giuntina, Firenze, 1998.

Nella foto Liana Millu, archivio fotografico Isrec.